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dall'Albania

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Mira con la sua famiglia vive già da diversi anni in Italia. Loro sono tra quelli più fortunati, e più capaci, che ce l’hanno fatta a inserirsi, sia pure lavorando duramente.

Hanno realizzato il loro desiderio di trovare una sistemazione dignitosa ed esprimono un tranquilla soddisfazione.

La loro esperienza positiva mantiene viva la speranza per tutti.

Mira è venuta dall’Albania dove viveva a Fier, una città dalle illustri origini greche detta “grande e importante” da un noto scrittore latino.

È arrivata nel 1994 in Puglia, dopo che suo marito era già arrivato lì..

Hanno vissuto e lavorato per qualche tempo a Vieste, il loro punto di arrivo.

Avevano i due figli dell’età di iniziare la scuola elementare, che infatti hanno frequentato per quattro anni in Puglia.

Poi sono venuti nel vicentino, dove i bambini hanno completato le elementari e fatto le medie.

Abitano al Villaggio del Sole dal 1998, prima in casa di un parente e poi nella casa che hanno acquistato e dove abitano adesso.

A lei piace abitare al Villaggio, perché è un ambiente tranquillo e c’è tanto verde tutto intorno, basta guardare fuori dalla finestra, dice Mira.

La casa è spaziosa e comoda. Il centro città è vicino e facilmente raggiungibile con l’autobus.

Anche i parenti che vengono a trovarci dall’Albania restano meravigliati per il verde e per quello che lei chiama “ambiente umano”.

Non hanno fatto molta fatica ad inserirsi nel nostro paese, perché il modo di vivere in Italia non è così diverso da quello a cui erano abituati e Mira viveva già in un condominio, quindi era abituata alla vita di vicinato.

Agli inizi comunque fu difficile anche per loro cercare casa; c’era molta diffidenza verso gli extracomunitari.

Ma poi si sono sistemati qui al Villaggio del Sole dove ci sono diverse famiglie di parenti e in caso di urgente bisogno c’è sempre qualcuno che può dare una mano.

Questo è un bene anche per i figli che così possono imparare a vivere non solo dai genitori ma anche dagli altri parenti,

“Extracomunitari?” dice il marito, “è da sedici anni che sono qua! mangio spaghetti, uso prodotti tipici italiani.

Quando ritorno in Albania, lì sono quasi un immigrato!”.

E prosegue ricordando di aver telefonato gli auguri di Pasqua ma si è sentito chiedere “quale Pasqua?” perché tanto si è inserito nelle nostre abitudini da aver dimenticato che a Fier la Pasqua ortodossa viene dopo e, quest’anno, molto più tardi. .

Anche nell’ambiente di lavoro si trovano bene perché conta quello che ognuno sa fare e il modo in cui si comporta, dice Mira, perché esistono persone buone e cattive in ogni paese, e c’è chi ha voglia di lavorare e chi no, questo fa la differenza.

 Lei e suo marito lavorano molto ma hanno anche la soddisfazione di vedere i risultati del loro lavoro.

Anche i due figli lavorano e continuano gli studi alla sera per prendere il diploma e fare il lavoro che hanno scelto. “Ci dobbiamo basare sulle nostre forze” dice Mira, “non possiamo guardare da nessuna parte” e questo ha educato sia i genitori, sia i figli, ad una forte indipendenza e senso di responsabilità.

Una difficoltà che hanno soprattutto i più giovani immigrati è quella di trovare un lavoro adeguato agli studi che hanno fatto. Ci sono posti di lavoro, soprattutto pubblici, dove si entra solo se si ha la cittadinanza italiana, ma molti di loro non vorrebbero perdere la cittadinanza di origine e quindi si trovano davanti a una decisione difficile.  

La maggior parte di loro infatti non vuole rompere definitivamente i legami con la terra di origine, anche se quasi tutti si trovano bene qui.

L’ideale sarebbe poter avere la doppia cittadinanza, ma non sempre è possibile, perché dipende dagli accordi tra i diversi paesi.