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Per parecchi anni, dagli inizi del quartiere nel 1961 fino alla prima metà degli anni Novanta,ci sono state anche le suore al Villaggio del Sole, suore Orsoline di Breganze.

Hanno lavorato nella scuola materna, in parrocchia e nel sociale, contribuendo alla nascita e alla crescita della comunità.

Anche per loro è stata un’esperienza significativa. Alcune, a distanza di anni, hanno ricostruito a grandi linee questa storia.

La comunità delle suore si è stabilita al Villaggio del Sole nel 1961, quindi fin da subito, prima ancora che fosse costruita la chiesa di san Carlo.

Hanno aperto la scuola materna a Villa Rota Barbieri.

I bambini erano veramente tanti, allora, perché le famiglie erano in gran parte giovani.

Per un certo periodo una delle suore scendeva tutti i giorni nella scuola materna, che era stata aperta nell’altra parte del quartiere, alla Produttività.

C’erano un centinaio di bambini da una parte e circa una cinquantina dall’altra.

C’era molto da lavorare, insieme alle suore c’erano altre insegnanti e personale per i vari servizi, dalla mensa a tutto il resto.

Oltre alla scuola materna la loro attività si svolgeva in parrocchia, nell’animazione dei numerosi gruppi, nei campeggi per i ragazzi e per i giovani, nella catechesi e in tutte le altre forme della vita comunitaria, dalle celebrazioni ai momenti di riflessione e di condivisione di esperienze, alla programmazione delle attività.

Nell’ultimo periodo della loro presenza al Villaggio, nella prima metà degli anni Novanta, hanno dato vita all’esperienza di un centro di aggregazione,

La Tenda, come tentativo di risposta al disagio di giovani e di famiglie.

Operavano in un appartamento di via Colombo, al numero 93.

Nei rapporti umani che sono il cuore di tutte queste attività, c’è stata sempre una reciprocità, un dare e un ricevere..

Suor Letizia Feltrin, che è stata al Villaggio dal 1979 per 15 anni, ricorda intensamente le generazioni di bambini con cui ha condiviso “ sorrisi, giochi, consolazione di pianti e tante ore di vita e di crescita

Accanto a ogni bambino ho condiviso con tante giovani famiglie del quartiere gioie, traguardi, dubbi, ansie e la forte passione per un futuro positivo, fatto di impegno, serietà e bellezza”.

E suor Enrica Rigato, che ha lavorato al Villaggio alcuni anni prima, dal 1968 al 1976, ricorda il clima di forte corresponsabilità educativa che si era creato intorno alla scuola materna: “don Gianfranco veniva tutti i giorni alla scuola a salutare i bambini e i genitori man mano che arrivavano. I genitori dimostravano di essere molto contenti del nostro rapporto educativo con i loro figli e della relazione costruttiva con loro”.

Nella partecipazione alle varie attività parrocchiali, dove maggiore era la diversità delle persone e dei compiti, c’è stato un notevole sforzo di entrare in una relazione costruttiva, “un modo di agire non isolato, ma unitario, collaborando insieme”, come dice suor Luisa Faresin, che ha vissuto per sette anni al Villaggio, dal 1981.

Una delle attività che più fortemente ha contribuito a dare consapevolezza comunitaria alle persone è stata la realizzazione dei ‘centri di ascolto per scale’, nei diversi condomini.

Ne ha un buon ricordo suor Enrica, che vi ha contribuito con continuità.

Si stabiliva data e ora degli incontri, scala per scala.

Ci si incontrava alla sera, dopo cena, quando le persone erano tutte in casa.

Era la suora che passava nelle famiglie a fissare l’appuntamento, cercando di organizzare l’incontro proprio in casa delle famiglie meno in vista, quelle che restavano di solito un po’ tagliate fuori perché partecipavano meno alla vita comunitaria.

La partecipazione era sempre numerosa, magari ci si stringeva un po’ per starci tutti.

Suor Enrica raccomandava a don Gianfranco di lasciar fraternizzare le persone, magari attorno a un bicchiere di vino, prima di affrontare i discorsi più impegnativi.

Poi c’era il tempo della riflessione sul vangelo, la preghiera, lo scambio di impressioni e di opinioni

Era una traccia del cammino della comunità proprio nel cuore della vita personale e familiare, la casa.

L’ultimo periodo della presenza delle suore al Villaggio è stato caratterizzato dalla attività sociale, attraverso il centro di aggregazione La Tenda, dal 1989 al 1992.

Lavoravano nel contesto dei servizi sociali promossi dalla circoscrizione 6 e dal Comune, con persone che vivevano situazioni di disagio, personale e familiare.

È stato un tempo di esperienze positive per tutte le persone che si sono incontrate, come ricorda suor Floriana Campesato: ”Il mio grazie a ognuno di loro per la grande ricchezza incontrata, per avermi fatta crescere in umanità …”.

Tra gli abitanti del Villaggio di quel tempo è molto vivo il ricordo di questa presenza delle suore.

Si sono creati legami di amicizia, e si cercava di ragionare, con semplicità, sui problemi e sui valori che la vita propone alla riflessione di tutti.

Anche i genitori di quelli che allora erano i bambini della scuola materna ne hanno un buon ricordo, perché effettivamente per i piccoli è stato un tempo di crescita armoniosa e serena.

Anzi, per una bambina disabile l’inserimento nella scuola materna con gli altri bambini fin da piccola è stato l’inizio di positivi inserimenti in altre scuole, a mano a mano che diventava grande.

Poi c’è il ricordo di chi ha avuto le suore vicine nei momenti di malattia o della morte di qualcuno di casa.

Suor Enrica ricorda con commozione, a distanza di tanti anni certi malati gravi e la loro famiglia, il marito che soffriva moltissimo ma cercava di distrarre la moglie parlando delle ferie da trascorrere insieme.

Dice suor Enrica” sapevano che questo futuro non sarebbe mai arrivato, ma lui, che si contorceva dai dolori, voleva ancora darle un momento di serenità”.

Le suore anche in queste circostanze erano una presenza discreta, fraterna, di condivisione.

Per questo fanno parte a pieno titolo degli anni più intensi e vitali della storia del quartiere.