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La storia di Rita è particolarmente importante.

Lei, che era andata via ed è poi ritornata, ha la possibilità di valutare da un duplice punto di vista, quello del passato e quello attuale, cosa significhi abitare al Villaggio.

Il suo contributo si proietta positivamente sul futuro con la fiducia che nasce anche dall’esperienza.

Rita con la sua famiglia di origine è venuta ad abitare al villaggio come molte altre famiglie nel 1960.

Erano sei persone: genitori, tre figlie e la nonna.

Provenivano da Sovizzo, i genitori lavoravano a Vicenza, il papà alla Valbruna e la mamma in una filanda nella zona di S. Bertilla.

Per loro avere una casa vicino al posto di lavoro era molto importante perché potevano evitare lunghi spostamenti in bici.

I ricordi degli anni trascorsi al Villaggio per Rita sono belli: sulla sua scala i vicini erano come una famiglia, c’era scambio di favori, si poteva davvero contare su una presenza di fiducia.

Le amicizie fatte in quel periodo sono state tante e belle: a scuola, in parrocchia, negli spazi all’aperto ci si incontrava, si giocava e si cresceva insieme.

Rita ha partecipato alla vita del quartiere, frequentava le opere parrocchiali, c’erano vari gruppi di aggregazione in cui si è trovata a suo agio.

Gli anni sono trascorsi ed è arrivato il momento di sposarsi e di mettere su casa spostandosi altrove.

È rimasta via con la sua nuova famiglia per 28 anni, poi, cinque anni fa,è tornata ad abitare di nuovo nel suo appartamento del Villaggio.

Il ritorno nella sua casa è stato molto gradito.

Ha ritrovato le vecchie amicizie della scala, ha ripreso il gusto del camminare in tranquillità per le vie del Villaggio facendo conoscenze nuove.

Ha trovato anche molti cambiamenti.

Il traffico continuo che passa sotto casa sua una volta non era così intenso e, quindi tra i suoi sogni c’è la speranza di vederlo finalmente dirottare per la futura bretella.

Tanti abitanti di una volta hanno ceduto il loro posto a una miriade di persone straniere, ma questo non le crea un grosso problema perché Rita vede che tutto sommato c’è rispetto e voglia di integrarsi.

Racconta che i condomini della sua scala hanno ridipinto le porte dei garages e il muro del piano terra, e subito dopo gli abitanti della scala accanto, che sono quasi tutti stranieri,hanno voluto fare la stessa cosa, chiedendo loro qualche consiglio e aiuto.

Questo fa ben sperare per una convivenza nuova e positiva,aperta allo scambio di idee e di solidarietà.