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I ricordi di Francesca ci giungono con freschezza dai primi anni di vita del quartiere, quando tutto era da scoprire e da inventare, non solo per i più piccoli.

Sono soprattutto ricordi di persone, che hanno contribuito a rendere ‘mitico’ e indimenticabile quel periodo.

Mi chiamo Francesca e con mamma e papà sono arrivata al Villaggio del Sole nel mese di dicembre del 1960.

Avevo sei anni e frequentavo la prima elementare a Longara, dove sono nata.

Mi sono ritrovata in classe solo bambine (allora non c’erano le classi miste) e la mia maestra si chiamava Letizia Bateni.

Non ho avuto nessun problema di inserimento sia nell’ambito scolastico che in quello comunitario.

Ero felice e ancora di più quando è nata mia sorella Raffaella, nel marzo del ’61.

Ho quindi vissuto la mia infanzia e adolescenza in questo - secondo me - bellissimo quartiere.

Mi ricordo della Prima Comunione celebrata nella scuola elementare Colombo, perché non c’era ancora la chiesa odierna; la Cresima ricevuta nella chiesa dei Carmini.

Alla domenica pomeriggio andavo con le mie amiche all’asilo tenuto dalla suore a Villa Rota Barbieri: si giocava, si facevano piccole attività manuali e durante il periodo del Carnevale si potevano noleggiare – se non ricordo male - a 500 lire le maschere di Carnevale.

I carri mascherati: che divertimento, che gioia!

La festa del Geranio…I giri in bicicletta, che allora si potevano fare liberamente, perché c’era poco traffico: d’estate, andavo in bici con mia sorella sul sellino dietro e con i miei amici al “laghetto” delle Maddalene.

Ci portavamo la merenda, pane con crema “bicolore” (altro che Nutella!) o pane e zucchero.

Mettevamo i piedi in ammollo in un rivolo di scolo, pieno di girini e ci divertiamo a vederli e sentirli aggirarsi tra i nostri piedini nudi …

Oppure andavo, sempre con mia sorella a carico, al parco giochi, che ancor oggi esiste: ci andavamo da sole, senza genitori angosciati dai pericoli della strada, come oggi …

 

Alle scuole medie “Calderari” si andava con i coetanei del quartiere, tutti insieme a piedi, e quante belle chiacchierate si facevano lungo il tragitto: sui compiti, sugli insegnanti (ricordo la paura che incuteva la severità della professoressa Pamato, docente di lettere); ritornando a casa ci si metteva d’accordo per ritrovarsi al pomeriggio: non c’erano palestra, nuoto, danza, corsi di inglese o informatica tra i quali correre affannati … Il tempo libero era tanto …

Mi piace ricordare in particolare alcune persone che riempivano la mia vita di allora: la signora Piazza (che inizialmente vendeva vestiti in casa) e la signora Zemin, che avevano due negozi di abbigliamento: non erano solo “venditrici”, ma, tra una chiacchiera e l’altra, diventavano quasi parte della famiglia dei loro clienti; quando mi sono sposata, la signora Zemin mi ha persino regalato una tovaglietta da tè, che ancora uso.

Con mia madre andavo ad acquistare la verdura direttamente dall’ortolano, che si trovava vicino all’attuale discoteca; nelle vicinanze c’era anche il “pollastraro” e il venditore di vino; ricordo anche la cartolara, la lattaia, Sandro il sagrestano, la bidella delle elementari, che poco tempo fa mi ha riconosciuto per strada, che emozione …

La mitica signora Zattera, che si affacciava dalla finestra sopra il sottopassaggio pedonale, mi salutava sempre quando passavo con i miei bambini; io ammiravo il suo splendido e colorato giardino.

La signora Centin, la “tiraossi”; la mia amica del cuore Emma: quanti giri in Graziella per il Villaggio, lei ai pedali, io seduta dietro con in braccio un mangiadischi con “Lisa dagli occhi blu” a tutto volume.

Per non parlare di don Gianfranco, che ha celebrato il mio matrimonio nel ’75: da quell’anno mi sono trasferita con mio marito a Santa Bertilla; non molto lontano dal Villaggio, che è rimasto sempre nel mio cuore!