Torna nei ricordi di Mario Cason la percezione del Villaggio del Sole come di un luogo dove è stato bello abitare, lavorare a progetti comuni, far crescere i figli e vederli andarsene.  

Adesso resta il gusto di osservare e confrontare le diversità dei modi e della situazioni, perché il quartiere continua a vivere, anche se con ritmi diversi

 
 

Noi siamo venuti ad abitare al Villaggio del Sole nel mese di dicembre del 1961.

     
   

Prima abitavamo in città, nella zona della Centrale del latte.

     
   

Non si stava male come casa, ma l’affitto che si pagava era un quarto dello stipendio e avevo moglie figlie e suocera.

     
   

Avevo però anche molti contributi Gescal e anche questo mi ha aiutato ad avere in assegnazione questo appartamento.

     
   

Qui le cose sono andate meglio, anche dal punto di vista economico.

       
   

Abbiamo preso la casa a riscatto e abbiamo chiesto e ottenuto un abbassamento del canone contro un allungamento del periodo di rimborso.

       
   

Il nostro caseggiato è stato uno degli ultimi ad essere costruito.

       
   

Quando siamo venuti mancavano ancora i citofoni, le strade non erano completate, poi piano piano le cose si sono sistemate.

       

Noi abitiamo al quinto piano, abbiamo una bellissima vista sul Villaggio e sui dintorni.

   

 Inizialmente anche sulla nostra scala si è posto il problema dell’ascensore che costava allora 400.000 lire.

       

Eravamo tutti giovani allora e non si sentiva la fatica di salire le scale.

Molti avrebbero voluto sfruttare lo spazio del vano predisposto per ingrandire un po’ la cucina.

Io mi sono sempre opposto e siccome la decisione doveva essere presa all’unanimità non è stato fatto.

Poi un inquilino della scala si è ammalato e nel 1984 abbiamo messo l’ascensore, che adesso godiamo tutti e che è diventato indispensabile, proprio perché siamo molti anziani e qualcuno invalido.

Al Villaggio c’era la scuola elementare nuova, che poi è stata ingrandita.

     

Nel 1962, quando c’è stata la scuola media unificata e obbligatoria, i nostri ragazzi sono andati a scuola inizialmente alle opere parrocchiali, che hanno messo a disposizione alcune aule.

     
     

Molte cose hanno avuto inizio proprio dalle esigenze che nascevano allora, siamo stati un po’ dei pionieri per necessità.

     

Anche i servizi di trasporto non rispondevano ai bisogni di molti di noi.

     

Il ‘tram’ che veniva dal centro, da San Lorenzo, passava da Viale Trento, andava fino al Moracchino e tornava indietro per lo stesso percorso.

 
     

Ma molti andavano a lavorare dall’altra parte della città.

 
     

Per esempio chi come me lavorava al Cotonificio Rossi, doveva andare a Porta Monte.

 
     

Abbiamo fatto varie richieste, anche raccogliendo le firme , per ottenere che il tram numero 3 facesse il giro da quella parte.

 
     

Abbiamo ottenuto che passasse dalla stazione e partisse alle cinque e venti, per arrivare in fabbrica alle sei.

 
     

Dalla stazione dovevamo fare una camminata ma si arrivava in tempo.

 

Io allora facevo i turni, non avevo molto tempo libero, anche perché in fabbrica facevo attività sindacale, ma ho partecipato come potevo alla vita del quartiere.

     

E mi ha sempre interessato molto quello che si faceva qui e su questo ho scritto degli articoli per il nostro giornalino Vita di quartiere.

     

Ricordo molto bene le varie inaugurazioni delle opere che venivano completate, come il parco giochi e la chiesa.

Il primo parroco, don Gianfranco, era esplosivo, aveva tante idee in tutti i campi era sempre cordiale e stava molto in mezzo alla gente, andando anche nelle case.

Era capace di unire e tenere insieme la comunità.

Col passare del tempo ci sono state al Villaggio sempre più automobili, così è nato il problema dei garage.

L’iniziativa di costruire il garage che sta in via Granatieri di Sardegna è venuta fuori dopo altre proposte.

Quando il progetto è stato approvato si è visto che era troppo costoso, allora il numero dei posti è stato dimezzato.

Anche così però il singolo garage restava troppo caro per la maggior parte degli abitanti, molti che avevano aderito inizialmente poi si sono dovuti ritirare.

Ma insomma alla fine la cosa si è conclusa.

Adesso se lo spazio fosse anche doppio sarebbe tutto occupato, ma allora era così.

C’erano i figli da far studiare, le famiglie erano ancora in crescita e avevano cose più urgenti da fare.

Personalmente mi sono sempre sentito bene qui.

La casa è bella e anche il quartiere .

Io non mi sono mai vergognato di abitare al Villaggio del Sole.

Il quartiere ha avuto e ha dei problemi, ma penso che molte cose negative che si dicono in giro sono autolesioniste.

Uno dei problemi più importanti e urgenti , che riguarda la salute e la sicurezza degli abitanti e dei fabbricati, è il traffico che si svolge sulla Via del Sole.

Anche se non riguarda soltanto il Villaggio del Sole, auguriamoci che questo grave problema trovi la soluzione, a vantaggio di tutti gli abitanti, al più presto.