Guidizzolo, teatro

 

 

   

 

             

Anche chi è venuto ad abitare il Villaggio più tardi, come la signora Reverselli, ha potuto apprezzarne le caratteristiche di buona convivenza e abitabilità .

Ogni storia personale confluisce nella storia collettiva del quartiere.

Le competenze e le abilità messe a disposizione degli altri diventano parte del patrimonio di tutti in modo quasi naturale, anche se sullo sfondo resta sempre lo sforzo volonteroso di ciascuno.

 

 

Sono venuta ad abitare al Villaggio del Sole nel 1972, quando, vedova, mi sono risposata e sono venuta a vivere qui nella casa e nella famiglia di mio marito, rimasto a sua volta vedovo con tre figli.

   
 

Rita, la più piccola , che vive qui con me , è stata la prima bimba a nascere in via Cadamosto.

     

Io venivo dal mantovano, da Guidizzolo.

Mi è piaciuto da subito abitare qui.

Una delle cose che più mi ha aiutato a inserirmi qui è stata la partecipazione delle persone nella soluzione dei problemi.

     

Quando mio marito si è sentito male all’improvviso, mi sono affacciata sul pianerottolo e ho gridato chiedendo aiuto: nel giro di pochi minuti la casa si è riempita di vicini che mi hanno dato una mano.

Del resto ci siamo sempre aiutati a vicenda. Io avendo pratica ospedaliera ho sempre girato nelle famiglie per fare le punture ai malati e ancora adesso, quando c’è bisogno, se posso dò una mano volentieri.

     
 

Per dire ancora meglio di questo aspetto posso raccontare un’altra cosa.

     
   

 

Quando sono venuta qui, c’erano i tre figli ancora ragazzi che erano rimasti senza la mamma.

     
 

La più piccola andava alle scuole elementari.      
 

La maestra Amalia Pellizzari Volzone mi ha fatto chiamare, mi ha parlato della bambina e mi ha detto con grande schiettezza che la avrebbe tenuta d’occhio per capire se ero una brava ‘mamma’.

     
 

Dopo qualche tempo mi ha richiamato per dirmi che era contenta di come seguivo la piccola. Io ho capito che qui le persone si interessavano a quello che succedeva, anche le maestre non restavano estranee.

     
  Era il segno dei buoni rapporti che si vivevano nel quartiere.  
 

Posso anche dire che quando ci sono state delle difficoltà a mettersi d’accordo, sono state superate con buon senso e buona volontà.

 
   

Nel nostro condominio non c’era l’ascensore e non si riusciva a convincere tutti della necessità di metterlo.

     
 

Poi quando c’è stato qualcuno ammalato e le scale erano un problema, abbiamo nominato un amministratore che ha regolato bene la cosa, cominciando dal conteggio in millesimi.

 
 

Adesso abbiamo l’ascensore che serve per il terzo, quarto e quinto piano; è molto utile, anche perché aumentano le persone che ne hanno bisogno.

Nello spazio comune dello scantinato abbiamo organizzato delle feste condominiali

 

Abbiamo anche costruito i carri mascherati e un anno abbiamo vinto, a carnevale, il premio condominiale per le maschere più belle.

Per me è importante anche la presenza della biblioteca: i ragazzi ci andavano spesso quando erano a scuola qui. Io non la frequento molto, mi interessano specialmente i libri d’arte.

         

E poi per me è importante il centro sociale, dove posso incontrare persone, giocare a carte, scambiare quattro parole.

     

Posso dire che vivo qui molto volentieri, la casa è comoda e spaziosa, il quartiere è bello, per chi ha i bambini piccoli c’è un bel parco giochi.

Il verde è tanto che sembra quasi di vivere in campagna.

Certo ci vorrebbe più cura del verde pubblico, perché le piante hanno bisogno di essere governate, anche perché possono provocare danni, con le radici o quando si rompono per il vento.

Io cerco anche di far presente agli enti responsabili queste cose, come per esempio il fatto di fare via Cadamosto a senso unico per facilitare il parcheggio e il traffico.

 

A volte si ottengono dei risultati in questo modo. Insomma il Villaggio è bello e, come una bella casa, va tenuto bene perché si possa continuare a viverci bene.

[Qualche giorno dopo questa chiacchierata via Cadamosto è diventata senso unico, in uscita dal quartiere].