La diffusione delle prime storie che abbiamo raccolto nel 2006, insieme alla traduzione nelle varie lingue di una parte di esse, in forma antologica, ha suscitato reazioni diverse nelle persone che le hanno lette.

Lorenzo Bernardotto ha reagito con il suo personalissimo ricordo degli anni vissuti al Villaggio del Sole.

Il suo ricordo è arricchito dalla cultura acquisita in anni di studio su un mondo lontano,in un orizzonte più vasto,dove il Villaggio viene a collocarsi in modo nuovo e diverso.

Possiamo, parafrasando una canzone di Guccini, dire “dal Villaggio del Sole al  West”?

         
   

 

   
   

Ho letto con piacere e con un po' di nostalgia queste storie e, nello scorrere queste righe, ho avuto un sentimento di ‘londoniana’ memoria, un desiderio, mai sopito, di ritornare in quella "foresta" che è il Villaggio del Sole ... proprio come il cane Buck.

   
   

Mi ha inoltre fatto un certo effetto il sentire raccontare la nostra storia locale espressa assai correttamente in lingua inglese, per cui gli stranieri abitanti nel quartiere non dovrebbero avere problemi di comprensione.

   
   

Ho letto quei ricordi insieme a mia madre la quale è ritornata con piacere ad un passato indimenticabile, rievocando situazioni e persone che lei conosce benissimo, anche perchè di alcune siamo parenti; in modo particolare dei Rizzato, visto che mia nonna materna era una Rizzato, sorella di Pietro, la quale ha sposato uno dei Carollo che vivevano al Monte Crocetta, dove attualmente vive Gianni Zaccaria, titolare di quell'immenso vigneto.

     

Io sono nato in una casa dei Carollo, a cinquanta metri dall'abitazione dove attualmente vive Pietro Cazzola, che conosco benissimo; poi, per un brutto scherzo del destino, sono dovuto andare a vivere a S. Pio X, terra ancora straniera per me, dopo 25 anni di residenza tanto che, appena posso, ritorno al Monte Crocetta, mia patria naturale.

Che dire del Villaggio? 

   

L’ho vissuto marginalmente (don Gianfranco e la "Baita Sole" ai Fiorentini - 1975 ... l’importante presenza religiosa, politica e sociale di alcune persone... Don Roberto ... Don Pino ... Don Saverio ... Don Ferdinando ... Carlo Moretto ... Romano Scopelliti ... Sandro il sacrestano ...)

Conservo più vivi i ricordi di un ambiente, il Monte, dove si poteva giocare liberamente, dalla fine degli anni '60 a quasi metà dei '70.

1965-1975: un territorio libero e selvaggio ... come il Vecchio West, coi suoi tramonti infuocati, il vento dell'Ovest sul volto ... i fili d'erba piegati ai capricci di questa brezza estiva ... erba falciata e frumento ... profumi di un mondo agricolo ormai inesistente ... solitudini ... silenzi ... quell'"Io" a tu per tu con l'infinito ...

 

passeggiate dopo i compiti scolastici pomeridiani ... passeggiate serali con le lucciole e il canto dei grilli ... granoturco e il fumo della legna bruciata in autunno ... film e telefilm western sui canali della RAI il pomeriggio e la sera e giochi di indiani e cowboys ... costruzione di capanne e forti militari, di archi e frecce ... John Ford e la Monument Valley ... fumetti (Tex, Zagor, Il Comandante Mark) nelle giornate piovose ... il chiarore argenteo della luna piena, il ghiaccio e le nebbie nelle serate invernali.

     
 

1976-1979: libri americani di letteratura, storia e saggi storico-politici tra le ginocchia nei pomeriggi e nelle sere d'estate seduto sull'erba falciata e rivolto verso quell'Ovest a lungo sognato con desiderio... studi di un mondo accademico affascinante ... ricerche di/e sui libri alla sera dopo il lavoro di apprendista orafo in bottega ... musica country, classica e moderna ... contestazioni giovanili contro la guerra in Vietnam (Neil Young, Crosby, Stills & Nash, The Eagles) ...

     
     
     

Tutto ciò ha contribuito alla mia formazione culturale, a quel viaggio a 360° gradi nella cultura americana iniziato nel 1976 e che continua ancora oggi.

     
     

1980-1990: dopo la conquista del territorio da parte dell'’Uomo Bianco’, che ha chiuso il Monte e distrutto gran parte dell'ambiente edificando!, ho dovuto "emigrare verso Ovest" ... fino alla Madonna delle Grazie, il mio "Territorio Indiano" e ultimo santuario verde.

     
     

Ho letto nelle storie le vicissitudini di cittadini fuggiti dalla loro patria per un futuro migliore, vite avventurose fatte di sofferenza, sogni e speranze e spesso di incomprensioni nel paese ospitante, l'Italia, e vite di italiani emigrati nell'America Meridionale in cui la vita era peggiore che nel paese d'origine. Ho anche sorriso quando ho letto in una delle storie l'episodio del "montenegro", visto che non era un cittadino ma un amaro.

     
     

Franco Campi, il barbiere, l'ho incontrato circa due settimane fa a Madonna delle Grazie e abbiamo rievocato i vecchi tempi.

     
     

Ricordo gli Ambrosini, con il loro prato confinante a quello di mio zio Carollo, il fratello di mia madre, che portava me piccolino sul seggiolino della bicicletta quando, rastrello in spalla, andava a rastrellare il fieno.

     
     

1991-2006: ricordi di un mondo che ormai esiste soltanto a livello mentale, ma indelebile come sono incancellabili le testimonianze e le sofferenze dei primi pionieri del Villaggio del Sole e dei cittadini extracomunitari.

     
     

In merito alla considerazione del Villaggio come comunità cosmopolita, sulla base del mio personale interesse per la storia nordamericana degli inizi, faccio un'osservazione che, a mio giudizio, collima con il tema.

     
     

Si può considerare il Villaggio come piccola comunità coloniale della costa atlantica del 1600, del 1700, del 1800, dove tutti si conoscono e si aiutano.

     
     

Padre fondatore, the Founding Father, è Don Gianfranco Sacchiero, come se su un promontorio vi fosse una targa con la seguente dicitura:

     
 

 "Sun Village, founded by Don John Francis Sacchiero, A.D. 1962”, mentre la brezza soffia sui fili d'erba e le onde dell'oceano si infrangono sulla costa.

     
 

E’ una comunità operosa, democratica, con una piccola assemblea legislativa locale, fedele non al re ma alle istituzioni superiori della città.

     
     

Comunità, negli anni successivi, anche rivoluzionaria come nella grande battaglia per la bretella; inizialmente cattolica, come il Maryland di Cecil Calvert, barone di Baltimore e, negli ultimi anni, multireligiosa.

     
     

E Don Gianfranco? Era come Franklin, con le sue battaglie all'interno delle istituzioni per il benessere della colonia e l'istituzione di servizi sociali, di vario genere, uno per tutti la biblioteca.