Racconti di stranieri

       

immigrati

   

dal Bangladesh

via Germania

   

Mr. Ali Shawkat, aderendo alla nostra richiesta, ha scritto la sua storia su un quaderno, in bengali.

Il figlio ne ha fatto la traduzione orale permettendo ad un nostro socio di raccoglierla.

Ali esprime il disagio di tanti immigrati fatto di numerosi spostamenti e di difficoltà di trovare una sistemazione definitiva.

Ma meglio di altri sottolinea le difficoltà legate alla dispersione dei bengalesi e alla diversità della loro cultura rispetto alla nostra italiana, occidentale.

                         

Sono nato nel Bangladesh e nel 1979 lasciai il mio paese per la Germania.

La Repubblica Popolare del Bangladesh è una nazione dell'Asia del Sud, che forma la parte orientale dell'antica regione del Bengala.

Bangladesh letteralmente "La Nazione del Bengala".
Situata a nord della Baia del Bengala, confina con India e Myanmar. Cina, Thailandia, Laos, Nepal e Bhutan sono altre nazioni molto vicine ai confini del Bangladesh.

 

Mi è piaciuto molto quel posto e vi ho vissuto per cinque anni.

Nel 1984 dovetti ritornare nel mio paese per gravi motivi di famiglia e vi rimasi per sei mesi.

Ma quella situazione mi procurò grossi dispiaceri e la mia salute ne risentì molto.

In dicembre dello stesso anno decisi di espatriare verso la Francia dove rimasi sei mesi trasferendomi quindi in Svezia.

Ma mi dispiaceva di aver lasciato i miei in molte difficoltà e dopo altri sei mesi ritornai in Bangladesh.

Lì tentai di farmi una vita, avviai un’attività commerciale che mi assorbì parecchio denaro ma senza successo.

Così nel 1989 ritornai in Francia.

Nel 1990 seppi che il Governo Italiano aveva dichiarato che gli immigrati avrebbero trovato una sistemazione in questo paese.

Entrai in Italia da Genova, mi recai subito a Roma dove trovai un connazionale amico che mi ospitò per due settimane e nel maggio dello stesso anno ebbi il permesso di soggiorno regolare.

Potevo quindi viaggiare e mi ricordai di un’amica incontrata in Germania.

Era un’italiana di Arzignano che mi fece raggiungere il Vicentino e mi sistemò presso don Giuseppe di Costa di Arzignano.

BANGLADESH

Dormivo in canonica e mangiavo presso la comunità di immigrati che avevano una loro struttura in quella parrocchia.

Lì ho conosciuto don Alessio e Domenico, cari amici, che mi aiutarono in tutte le cose.

Lavoravo in conceria, non avevo problemi particolari, l’accoglienza/inserimento aveva momenti buoni e momenti difficili.

Passarono così cinque anni.

Nel 1995 mi spostai a Vicenza, nel quartiere dei Ferrovieri e ottenni il ricongiungimento familiare e vissi con la moglie e tre figli.

Nel 1999 venni in via del Sole dove abito ancora oggi.

Due figli si sono sposati, il terzo studia all’Istituto Tecnico Aeronautico e il prossimo anno completerà gli studi medio - superiori.

Purtroppo nel 2000 persi il lavoro e nel 2003 avviai un negozio d’abbigliamento in città che dovetti chiudere dopo un anno perché le vendite non erano sufficienti a far vivere il negozio.

       

Ora sono nuovamente disoccupato. I punti di maggiore difficoltà sono le modalità di vita, il ritmo affannoso, insomma la cultura occidentale è un vero peso. In più abbiamo pure difficoltà di ritrovarci tra connazionali.

 

Noi siamo mussulmani ma la nostra è una cultura diversa da quella araba e africana e sentiamo il bisogno di esprimere la nostra religiosità con persone della stessa provenienza, della stessa cultura.

 

Non basta avere la stessa religione, occorre anche una comune cultura per poter stare bene insieme.