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Racconti di abitanti

di lingua italiana

 
         
Villaverla appartiene alla provincia di Vicenza e dista 14 chilometri da Vicenza, capoluogo.

 

Povolaro, frazione di Duevill, è una cittadina posta nella pianura veneta,ai piedi delle Prealpi Venete

 
Creazzo si trova ad ovest di Vicenza, da cui dista poco più di 7 Km. ed è raggiungibile percorrendo la strada statale n. 11 che unisce Verona a Vicenza.
 
Monteviale appartiene alla provincia di Vicenza e dista 8 chilometri da Vicenza, Sorge a 157 metri sopra il livello del mare
 
Thiene si trova nel nel nord-est della Provincia di Vicenza, a circa 25Km dal capoluogo.
                       
       

Sono nato in città in viale Trento.

   
       

Ricordo i miei nonni paterni che fornivano il pollame ed affini a tutto il vicinato.

   
 

Il ricordo di un’infanzia felice dà bei colori alla descrizione di questa zona periferica della città e del sorgere del Villaggio del Sole.

Il nuovo quartiere fu un cambiamento importante per tutte le persone dei dintorni: alla famiglia di Sergio portò un aumento degli affari del negozio di pollame e a lui l’incarico di fine mese di riscuotere i crediti.

Una annotazione è di particolare rilievo: “La maggior parte delle persone era ligia ai pagamenti, come se si trattasse di un debito d’onore

   

Infatti erano commercianti ambulanti che prelevavano il pollame, uova … dalle fattorie dei dintorni, addirittura si recavano anche nei paesi vicini tipo Villaverla, Povolaro, Creazzo, Monteviale, e ogni lunedì era d’uso frequentare il mercato di Thiene.

   
     

Anche mio padre faceva lo stesso mestiere; poi si sposò e si trasferì in via Biron di Sopra, ai margini del Villaggio del Sole dove seguiva le proprie mansioni lavorative.

   
     

Successivamente, i miei, comprarono casa lì vicino dalla famiglia “Faccio”; la restaurarono con parecchi sacrifici ed aprirono una macelleria dove gli abitanti del Villaggio che stava sorgendo venivano ad acquistare il pollame.

   
     

I miei ricordi giovanili sono molteplici: ho frequentato per poco tempo l’asilo dalle suore Canossiane, (sotto l’egida della parrocchia dei Carmini).

   
     

Poiché mia madre litigò di brutto con la madre superiora, a causa delle continue punizioni cui ero sottoposto mi tenne a casa con mio notevole sollievo.

   
         

Iniziai le elementari al “Solario” e simpatizzai da subito con tutta la classe.

     

Fra i preferiti c’erano Marino (Mariano) Viero, Sergio Trevisan, Pietro Ambrosini, Sergio Chemello ed altre persone molto note nel quartiere.

 
       

Eravamo una classe mista numerosa, succedevano sempre delle simpatie fra i due sessi; mi ricordo che contestavano la preferenza che la maestra aveva per il sottoscritto e per Pietro Ambrosini; preferenza che ci viene tuttora contestata ogni volta che ci sono i ritrovi scolastici degli ex alunni del “Solario”.

Tutta la zona comprendente viale Trento, viale Pecori - Giraldi, via Biron – dove abitavo - e sino ai confini di via Ambrosini, era sotto la giurisdizione della parrocchia dei Carmini;lì ho ricevuto sia la prima comunione che la cresima.

Naturalmente si andava a dottrina cristiana sempre ai Carmini.

Ho avuto un’infanzia bellissima ed indimenticabile, che purtroppo oggi rimpiango.

       

Memorabile fu il mio primo scontro con il figlio di un militare USA, che abitava in viale Pecori Giraldi, (in quei tempi c’era una continua ricerca di appartamenti e per i proprietari era una manna affittare agli americani, visto l’alto reddito che potevano realizzare e naturalmente cash….).

     

Avevo trovato, in mezzo alla campagna adiacente l’odierna sede della Circoscrizione 6, una mazza da baseball; figurarsi la mia gioia….

       

Ma sopravvenne un ragazzo yankee, che subito la reclamò.

     

Pose fine alla questione suo padre, intervenuto nel frattempo, e a gesti mi fece capire che me ne avrebbe regalata una uguale.

 

Divenimmo, dopo lo scontro iniziale, grandi amici, il boy ed io, e nonostante le difficoltà iniziali con la lingua, ci frequentavamo spesso nei pomeriggi liberi; poi lui, il ragazzino yankee, se ne tornò in America.

 Iniziai le scuole medie in città, in contra’ Riale; quando nel frattempo, cominciarono i cantieri per predisporre il nuovo Villaggio denominato del Sole.

       

Fra i primi insediamenti ci furono le “case dei Ferrovieri”, successivamente ce ne furono altri, sino a completare l’opera con la costruzione dell’odierno quartiere.

     
        Fu inaugurata la nuova parrocchia che prese il nome di S. Carlo.      
       

Mia sorella Ivana invece, iniziò l’asilo e le scuole elementari in via Colombo, successivamente frequentò le scuole medie a S. Bertilla.

     
       

Non ho mai avuto problemi con i nuovi nuclei familiari, certo qualche scazzottata amichevole fra coetanei, ci stava, ma poi tutto si aggiustava….

     
       

A causa della nuova popolazione del quartiere, anche i miei con la loro attività commerciale ebbero un beneficio economico; mi ricordo che, abitualmente, veniva usato un libretto della spesa, con cui si annotava contestualmente il dare/avere; pochissimi pagavano in contanti, anche qualcuno che poteva permetterselo era solito adottare tale sistema di pagamento.

     
       

La maggior parte delle persone era ligia ai pagamenti come si trattasse di un debito d’onore; per qualcuno, invece non era così. Il mio problema era, che ogni fine mese dovevo passare presso i clienti che, smemorati… si dimenticavano di pagare; tutto questo mi procurava un notevole disagio, anche perché qualche amico, apparteneva a questi nuclei familiari.

     
 

Non ho mai partecipato direttamente alle varie manifestazioni del Villaggio, se non in quelle sportive…

     
 

Mio padre al contrario, vi partecipava: era capogruppo alpini del Villaggio, ed aveva un’ ottima frequentazione, con don Gianfranco Sacchiero, il primo parroco.

     
       
 

Successivamente feci le scuole superiori, e conseguentemente ebbi altre frequentazioni; altre compagnie, altre divagazioni.

     
 

A diciott’anni circa, me ne andai a Milano per lavoro, ritornando solamente al sabato ed alla domenica notte ripartivo.

     
       

Sposato, dopo il matrimonio, mia moglie ed io, ci siamo trasferiti in via M. Polo, poi in via del Carso; infine dopo la morte di mio padre, avvenuta nel 1980, ci siamo trasferiti definitivamente (spero) nel 1986 nel luogo in cui mi è rimasto il cuore.

     
       

Ad ogni buon conto: non ho mai avuto problemi nel fare amicizia, tant’è che serbo tuttora amicizie e frequentazioni anche all’interno del Villaggio.

     
       

Per esempio i miei padrini di matrimonio sono due abitanti del Villaggio.