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Venire ad abitare vicino al Villaggio ha significato anche godere di nuove opportunità per i piccoli e per i grandi..

Chi aveva alle spalle una storia di relazioni positive ha potuto ricomporla ampliando le proprie conoscenze

 
           
 

Racconti di abitanti

 

di lingua italiani

       
               

Quartiere di Maddalene può definirsi la zona più periferica del territorio circoscrizionale ed è collegato alla città tramite Viale Pasubio.

   

Siamo venuti ad abitare nel settembre 1960.

   

Tutto è cominciato da un terreno che le Fornaci avevano comperato in quel di Biron di sotto per fabbricare mattoni; siccome non era adatto a questo scopo, l’hanno diviso in più appezzamenti da donare a dei dipendenti che avevano mansioni di responsabilità all’interno delle Fornaci, mio suocero fu uno di quelli.

   

Abitavamo a Maddalene, non si viveva male, anzi, c’era un clima di disponibilità tra famiglie, si divideva tutto anche i servizi.

   

L’idea di avere una casa tutta nostra però, ci ha fatto vincere le nostre indecisioni.

   

All’inizio oltre all’entusiasmo c’era la paura di non essere in grado di far fronte alle spese di costruzione, poi l’aiuto dei nostri genitori ci ha fatto realizzare un bel sogno!

   

Avere una casa nostra, in un posto tutto nuovo, circondati dal verde ma con la possibilità, fatta poca strada, (a quel tempo molto disagiata!) di trovare il Villaggio, che offriva le scuole funzionanti, il servizio di tram(n.° 3), l’ufficio postale e uno svariato numero di negozi di tutti i generi, o quasi, era proprio un sogno!

 
     
     
     

In un secondo tempo è arrivato anche il mercato posizionato nella zona della Produttività, che andava a finire su via del Sole, che a quel tempo era uno stradone bianco

 
   

L’unica cosa che mancava era la chiesa; adibita a ciò, momentaneamente, fu la baracca dei muratori.

 
   

Mi ricordo che mia figlia ha fatto la prima comunione nella scuola elementare C. Colombo.

 

Siamo vissuti in un’oasi di pace per cinque sei anni, poi inevitabilmente hanno fatto la via del Sole che ha portato uno scollamento di una zona che sembrava fatta per essere unita.

 

Nella nostra via del Biron siamo sempre vissuti in una piccola comunità, ora le nuove famiglie si fa fatica a conoscerle perché la gente si sposta molto in auto, c’è anche la paura di essere travolti dai veicoli che passano molto veloci nella nostra strada.

 

Ci auguriamo che questi problemi vengano presi in considerazione per far sì che la nostra strada non sia più solo una via di collegamento veloce, ma anche luogo d’incontro tra famiglie che ci abitano.

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