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Racconti di abitanti

     

di lingua italiana

Una storia nell’assegnazione delle case popolari.

Società Tramvie Vicentine, nata nel 1907 con una linea di ferrovia che collegava il capoluogo con il centro di Recoaro Terme (tuttora rimane la linea 1 delle FTV). Tale linea fu smantellata nell'ultimo suo tratto (Valdagno-Recoaro) nei primi anni '60, mentre fu totalmente sostituita dal servizio di autobus nel 1980.

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Il Passo Resia/Reschenscheideck  è il valico che segna il confine con l'Austria e fa da principale spartiacque della catena alpina sul confine italo - austriaco.
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Il passo del Brennero/Brennerpass è sede di un valico di frontiera fra la Provincia Autonoma di Bolzano, Italia e il Land austriaco del Tirolo.

 

Un lungo periodo di ansia per arrivare ad abitare in via C. Colombo n° 10
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Sono nato il 9 dicembre 1919 in un paese fuori, di periferia.

     

Fui molto fortunato, dopo sette anni di vita militare, a trovare occupazione - tra i primi - alla Società Tramvie Vicentine, il primo giugno 1946.

   

La storia è quella del “prima”, cioè dell’assegnazione di questo benedetta casa.

Intraprendenza, tenacia, un po’ di sana “faccia tosta”, insomma una bella fatica, ma alla fine una bella soddisfazione: quasi da non crederci.

 

   

Ho lavorato in officina, poi come guidatore di automotrici a gasolio e successivamente di elettromotrici.

   
   

Mi sono sposato il primo ottobre 1949 con una ragazza dell’Alto Vicentino e siamo venuti ad abitare in un appartamento di ripiego e molto precario in viale Trento a Vicenza.

   
   

Ai bandi di concorso per assegnazione di alloggi ho partecipato ben 17 volte, a riscatto o in affitto, per case costruite dal comune di Vicenza o dall’ente sorto in seguito, INA Casa.

   
   

Abitando in viale Trento non ero lontano dal posto di lavoro.

   
   

Ma fu lunga l’attesa. Nel 1958, con due figlie, cominciavo a ’bollire’, ad essere stanco e irritato anche perché il bussare agli uffici interessati non aveva dato alcun risultato.

   
   

Presi una decisione, un po’ ‘allegra’, un po’ impegnativa.

   

Andai alla ricerca dell’indirizzo dell’abitazione del Presidente del Consiglio del Governo italiano, Amintore Fanfani.

Con una raccomandata mandai un mio esposto e descrissi un po’ il mio passato.

Avevo fatto sette anni meno 12 ore di servizio militare dal 1938 al 1945; fortunatamente non fui preso prigioniero.

Ho cessato il servizio col grado di Sergente Maggiore, piantando la bandiera italiana al passo del Brennero e al passo Resia, a maggio e a novembre del 1945 (la fortuna arride agli audaci – Paracadutisti).

Aggiunsi che ero in possesso delle ricevute delle 17 domande.

   
     

Gli raccontai che un maresciallo di Ancona per un alloggio aveva atteso invano per molto tempo, finché dalla porta di un cinema commise una strage e poi nella fuga verso Carole si suicidò.

   
     

Il Presidente del Consiglio mandò il mio esposto al prefetto di Vicenza.

     
      Questi mi mandò una risposta protocollata informandomi che per il momento non aveva a disposizione appartamenti da potermi assegnare.      
Fui soddisfatto successivamente, ad un nuovo bando di concorso per assegnazione di case.
      Scrissi al prefetto con copia della risposta da lui inviatami.      
      Nel giro di 15 giorni mi furono notificati due inviti per l’assegnazione di un appartamento in due luoghi diversi. Scelsi il Villaggio del Sole e mi trovai bene.      
     

Anche perché nell’altro luogo, a causa della tracimazione del fiume Bacchiglione, l’acqua aveva invaso gli scantinati.

     
      Alla consegna delle chiavi presenziò il Presidente del Consiglio Fanfani.      
      Fui molto soddisfatto dell’appartamento.      
      Mia moglie quando si presentò all’entrata, sbottò con questa espressione: “Andiamo via! Abbiamo sbagliato, non vedi quante porte?”.      
      Abbiamo preso l’appartamento al quarto piano.      
     

Il trasferimento è stato facile per la breve distanza di qualche centinaio di metri da viale Trento.

     
      I coinquilini erano tutti vicentini “di buona stirpe” per cui il convivere non portò difficoltà alcuna. I figli crescono, i genitori maturano e guadagnano e si motorizzano; così abbiamo costruito i garages.      
     

Noi del nostro condominio, pensando alle difficoltà di fare le scale da vecchi, abbiamo indetto un’assemblea per mettere l’ascensore.

     
      Il vano già c’era, gli inquilini del quarto e quinto piano decisero per l’installazione dell’ascensore dando una chiave a tutti gli inquilini.      
      Fu il primo ascensore al Villaggio del Sole e ad aprile del 2006 ha fatto trenta anni di ininterrotto e ottimo servizio.