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Per qualcuno non è stato facile arrivare e inserirsi in questo luogo “senza storia”, o con una storia tanto diversa da quella degli altri..

Solo il tempo e i rapporti umani sanano queste solitudini.

 
                 
                 
                 
       

Racconti di abitanti

di lingua italiana

San Lorenzo, tempio romanico ogivale fatto costruire dai francescani nel 1280

Si trova nell'omonima piazza in pieno  centro storico a Vicenza

  

      

Sono arrivata da un’altra provincia con mio marito e due figli piccoli.
La mia famiglia d’origine era abbiente, svolgeva attività commerciali.

Avevamo appena terminato di costruirci una casa vicino all’abitazione di mia madre, ma mio marito lavorava a Vicenza, così ho deciso, per comodità, di trasferirmi qui: ci era stata assegnata un’abitazione popolare.

Noi abbiamo traslocato con un camioncino, ma molti erano arrivati tirando dei carretti.

Tutto il mondo dal quale provenivo mi è mancato in un attimo: le persone che frequentavo nel negozio di famiglia, il centro della mia cittadina, i famigliari, gli amici…

Qui stavo tutto il giorno da sola con i miei bambini e attorno a me vedevo solo palude e deserto…

Ho pianto tanto, non avevo nemmeno il telefono per comunicare.

Non c’era neppure la scuola materna per i bambini e così uscivo con loro a passeggio e le poche persone che incontravo e che mi vedevano scoraggiata, cercavano di consolarmi dicendo che in fondo qui c’era aria buona.

 

Non potevo neppure lamentarmi o cercare comprensione in mia madre, la quale aveva preso come un affronto personale questo trasloco e pretendeva che io andassi da lei tutte le domeniche.

Quante corse, quanti viaggi in treno dopo la messa delle otto di mattina a San Lorenzo!

 

Un po’ alla volta ho cominciato a familiarizzare con qualche vicino di casa, anche se l’ambiente non era quello cui ero abituata: gente che gridava, parolacce che volavano, bambini poco educati.

 

Una vicina di casa è stata particolarmente preziosa, perché ha dedicato del tempo ad ascoltarmi.

 

I condomini sembravano più contenti di me, perché nei loro racconti mi parlavano delle loro precedenti sistemazioni: qualcuno, addirittura, era vissuto in qualche scantinato…

 
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Un po’ alla volta le cose sono cambiate: le costruzioni pian piano si sono popolate, è stata aperta la scuola, c’erano i negozi, la chiesa.

 
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Frequentando l’ambiente ho conosciuto altre persone e qualcuna la ricordo con affetto particolare, ho così costruito rapporti di amicizia che mi hanno anche aiutato nei momenti di difficoltà.

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